Giulio Natalizia è imprenditore nel settore petrolifero, classe 1985, ha guidato i Giovani di Unindustria in questo triennio e da gennaio è nella squadra dei Vice Presidenti dei Giovani imprenditori di Confindustria guidata da Riccardo Di Stefano. Ci ha rilasciato un’intervista al termine del suo mandato in Unindustria, dove racconta l’esperienza di questi anni e lancia alcune idee per i giovani imprenditori del nostro territorio.
Che anni sono stati per i giovani imprenditori?
Sono stati anni bellissimi, mi porto un’esperienza incredibile perché ho avuto la possibilità di toccar con mano i problemi che hanno le singole aziende , soprattutto quelle portate avanti da giovani, ma allo stesso tempo ho potuto rendermi conto di tutti gli strumenti che ci sono per affrontarli. Ed è qui che sta il compito di rappresentanza della nostra associazione che deve parlare alle istituzioni. Vorrei citare su questo fronte il progetto There che ha portato alla luce le problematiche delle imprese giovanili su accoglienza e sostenibilità, abbiamo iniziato a dialogare con i comuni e la Regione e poi abbiamo fatto anche un tour che ha toccato tutte le province. Ho un bel ricordo anche dell’evento Panta Rei, organizzato a Viterbo insieme alle altre realtà territoriali delle regioni del centro, per far capire le problematiche ma anche le peculiarità del Centro Italia, e poi è stata un’occasione per mettere in mostra il territorio della Tuscia e Viterbo che è una bellezza straordinaria della nostra regione che invito tutti a visitare. Naturalmente abbiamo dovuto fare i conti con la pandemia, ma non ci siamo scoraggiati: nel dicembre 2020 abbiamo firmato una lettera d’intenti con la sindaca Raggi con l’obiettivo di migliorare le condizioni sociali del territorio e sostenere lo sviluppo economico, al fine di creare ulteriori opportunità per le nuove generazioni, attraverso la condivisione di proposte e l’individuazione di modalità diverse a sostegno di nuove forme di imprenditoria, progetti di educazione finanziaria e diffusione della cultura di impresa.
Quindi avete avuto un dialogo positivo con l’amministrazione Raggi?
All’inizio i rapporti non sono stati molto facili, forse a causa di una certa diffidenza nei confronti del mondo imprenditoriale da parte del M5S all’inizio del loro percorso politico. Adesso il rapporto con la Sindaca Virginia Raggi, anche grazie alla nostra continua ricerca di un dialogo, è decisamente migliorato, come la Lettera di Intenti sta ampiamente a dimostrare.
Quale è l’idea dei giovani imprenditori per rendere Roma più attrattiva?
Innanzitutto la Capitale d’Italia non deve essere amministrata come uno dei circa 8000 comuni italiani, ma deve essere dotata di poteri speciali e un’organizzazione altamente policentrica. Vorrei ricordare che prima della pandemia entravano ogni giorno a Roma circa 1 milione di persone oltre ai suoi cittadini e che ci sono diversi municipi che hanno tra i 200 e 250 mila abitanti. Sono tante piccole “Padova” all’interno della nostra città. Noi giovani vediamo decisamente di buon occhio l’idea di rendere i municipi autonomi da un punto di vista economico ed amministrativo per rendere la città più gestibile, ma i grandi poteri non devono distogliere l’attenzione dai problemi quotidiani come i rifiuti, il decoro urbano, i trasporti che richiedono persone competenti e fondi già stanziati con chiarezza. In questo modo la città diventa più accogliente e competitiva.
Come hanno reagito i giovani imprenditori a questo ultimo anno di pandemia sia da un punto di vista imprenditoriale che associativo?
Sicuramente questo ultimo decennio non è stato un periodo facile iniziato con il crollo di Lheman & brothers fino ad arrivare alla pandemia dei nostri giorni. Nonostante tutto devo dire con orgoglio che dal punto di vista dei giovani imprenditori ci siamo stretti sempre di più, nel momento del bisogno tanti colleghi si sono messi a disposizione degli altri per affrontare insieme questi anni così duri. La nostra è una generazione di giovani imprenditori che posso dire con orgoglio di grandissima qualità, che si sveglia alle 6 del mattino e va a dormire a mezzanotte, che lavora più di dieci ore al giorno e lo fa in uno spirito anche di innovazione. Io mi sono sentito onorato di aver rappresentato in questi anni tutti i giovani imprenditori della nostra regione.
Il Lazio è anche una regione che vanta eccellenze nei settori della ricerca dell’innovazione. In questo ambito come si inserisce il progetto di Unindustria di creare un Politecnico di Roma e del Lazio? Secondo me è una grandissima intuizione di Unindustria, in modo particolare del Presidente Angelo Camilli che sta riscontrando un grandissimo consenso sia nel mondo politico che istituzionale ed ovviamente imprenditoriale. Realizzare un grande centro di ricerca e formazione universitaria nell’ambito tecnico scientifico a vocazione internazionale riconosce ed esalta il valore industriale della nostra Regione e punta a valorizzare il talento e le competenze a favore delle imprese e della pubblica amministrazione. Sarebbe il fiore all’occhiello di un sistema universitario e di centri di ricerca che nella nostra regione è già di primo ordine.
Se dovesse dare un consiglio a un giovane che vuole fare imprese, in che settore lo indirizzerebbe?
Nei momenti di scoraggiamento mi verrebbe da dire “lasciate perdere” perché non è facile fare impresa nel nostro Paese. Ritengo che l’imprenditoria sia il motore di questa regione e anche del nostro paese che è sorretta dal 95% di PMI, imprese famigliari con imprenditori di seconda e terza generazione che lottano tutti giorni spesso con una burocrazia, che per dirla con le parole di Guido Carli mette lacci e lacciuoli. Ma poi c’è l’idea che muove tutto, l’idea da cui inizia tutto: io dico sempre ai giovani di provarci perché un’idea può davvero cambiare il mondo e la nostra associazione serve anche a questo, a trasformare un’idea in un’impresa, ad esempio con gli incubatori di start-up.
Cosa si porterà dietro di questa esperienza sul territorio come Presidente del Gruppo Giovani di Unindustria?
È un’esperienza bellissima, stupenda, un’esperienza che ti permette di crescere. Un ringraziamento a tutto il gruppo dei giovani che mi ha seguito in questi 3 anni e anche alla Presidenza e alla struttura di Unindustria che non mi hanno mai fatto sentire solo. La nomina nazionale è stata anche la consacrazione di un percorso e un bel riconoscimento non solo per me ma per tutta la squadra di Unindustria. Mi poterò dietro il bagaglio di conoscenze e di incontri fatti in questi anni, sempre con la voglia di impegnarmi al massimo.
Di cosa si occuperà ora che è nella squadra dei vicepresidenti dei Giovani di Confindustria?
Il Presidente Di Stefano e tutta la squadra sono imprenditori giovani ma già formati a 360 gradi, tutti portano avanti delle aziende in maniera autonoma e quindi sono un grande esempio per me. Nella squadra di Presidenza mi occuperò in particolare di diverse iniziative di formazione interna dei nostri Giovani Imprenditori e delle sinergie con la nostra corporate university la Luiss Guido Carli.