Si fa seguito all'introduzione della nuova disciplina sul report di sostenibilità, recata dalla Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), e agli standard di rendicontazione europei (ESRS) che dovranno essere obbligatoriamente utilizzati dalle imprese, per riportare di seguito un aggiornamento sul lavoro dell’EFRAG incaricato di elaborare tali standard e allegare la documenaizne saliente.
Il primo set di ESRS - 12 standard trasversali a tutti i settori entrati in vigore dal 1° gennaio 2024 - è contenuto nel Regolamento delegato approvato dalla Commissione Europea il 31 luglio scorso. La nuova disciplina sulla rendicontazione di sostenibilità si applicherà gradualmente in funzione della struttura e delle dimensioni delle imprese interessate; in particolare:
i c.d. enti di interesse pubblico - che già oggi redigono la dichiarazione non finanziaria - applicheranno le nuove disposizioni a partire dal 2024 (primo report nel 2025);
le altre grandi imprese a partire dal 2025 (primo report nel 2026);
le PMI quotate a partire dal 2026 (primo report 2027 con possibilità di rinviare per altri due anni).
Per supportare le imprese nell’utilizzo di questi nuovi standard, come anticipato in precedenti comunicazioni, l’EFRAG ha elaborato delle Implementation Guidance che sono state poste in consultazione a fine dicembre e che riguardano:
Confindustria sta valutando di rispondere alla consultazione, che terminerà il 2 febbraio 2024, insieme a Business Europe e condividerà appena possibile le eventuali osservazioni.
Tutte le imprese interessate sono invitate a trasmettere le proprie osservazioni sui documenti in allegato a: legalcounsel@un-industria.it
La guidance sulla value chain si ritiene che sia quella di maggior interesse, perchè le informazioni sulla catena del valore rappresentano per le imprese uno degli aspetti più impegnativi e problematici della nuova direttiva, considerato che il processo di raccolta comporta criticità in termini di coerenza, comparabilità e affidabilità dei dati riportati. Includendo le controparti nella propria catena del valore, l'impresa dovrà riportare dati al di fuori del proprio controllo diretto, senza la possibilità di verificarli direttamente e di assicurare il livello di qualità complessivo delle informazioni incluse nel proprio bilancio di sostenibilità.
Si ritiene necessario evitare la raccolta e la divulgazione delle informazioni a tutti i livelli della catena del valore, processo estremamente costoso e difficile. In tal senso, l’idea sulla quale si sta ragionando, è proporre di limitare la richiesta di divulgazione della catena del valore alla catena di fornitura prevalente -partner che rientrano nel core business dell’attività dell’impresa- in modo da rendere la raccolta dei dati meno onerosa.
Si sottolinea infine per completezza che l’EFRAG sta completando anche il lavoro sulla bozza di standard volontario per le PMI e dello standard per le PMI quotate, che nel corso del mese di gennaio dovrebbero essere anch’essi sottoposti ad una consultazione pubblica.
Verrano trasmessi nuovi aggiornamenti anche su questo punto man mano che Confidustria e B.I. avranno nuove informazioni.