Un obiettivo ambizioso: zero emissioni nette entro il 2050. Com’è possibile per un’azienda del settore chimico? In BASF non hanno dubbi: del resto, dal 1946, anno in cui è arrivata in Italia, l’azienda ha vissuto un crescente sviluppo nell’industria chimica che l’ha portata ad avere oggi una presenza industriale estesa nel Paese con 15 sedi, di cui 6 produttive che, complessivamente, impiegano circa 1.300 persone. Nel Lazio sono a Roma con 146 collaboratori ma soprattutto con progetti e prodotti all’avanguardia per supportare il mercato italiano in alcuni dei settori d’eccellenza del Made in Italy come il medicale, il personal care, l’automotive. Alla base del successo la fiducia nel cambiamento e la ricerca continua di nuove soluzioni. La road map sembra tracciata: il primo step? Ridurre del 25% le emissioni entro il 2030. “Roma deve arrivare a un -50% entro il 2030, altrimenti complessivamente non si riescono a cogliere gli obiettivi del 100% entro il 2050", spiega Filippo Sola (video). "Un impegno che poggia su fondamenta ben definite, ovvero il perseguimento dell’efficienza energetica”.
GLI IMPEGNI SU ROMA, “CAPITALE DEI CATALIZZATORI”
Il sito di Roma costituisce una delle principali realtà chimiche dell’Italia centrale: sorge su un’area di 45mila metri quadrati, ed è entrato a far parte del gruppo BASF nel 2007. Sede della Divisione Catalizzatori in Italia, nello stabilimento sono attivi diversi impianti di produzione, tra cui i principali sono utilizzati per:
• produrre catalizzatori a base di metalli preziosi per l’industria; la capitale è il centro di eccellenza per l’Europa di BASF nella produzione di questi composti a base di palladio e platino, rodio, rutenio e oro;
• produrre soluzioni per applicazioni ambientali, utilizzati nella realizzazione delle marmitte catalitiche. BASF è leader mondiale in questo settore e la produzione avviene soltanto in tre siti (sui 24 totali), della divisione Catalizzatori: Seneca negli Stati Uniti, Shanghai in Cina e Roma.
I catalizzatori sono prodotti ad alto contenuto tecnologico che accelerano le reazioni chimiche. L’uso di catalizzatori fa sì che processi che normalmente avverrebbero molto lentamente (ad esempio anni), si compiano in tempi brevi (ad esempio secondi, minuti, od ore). Sono per questo impiegati in numerosi processi produttivi del settore chimico e petrolchimico, farmaceutico, cosmetico e alimentare. Il loro impiego è determinante per favorire il risparmio energetico nei processi produttivi industriali.
Un progetto per la transizione ecologica è quello triennale attivato con l’Università La Sapienza di Roma ed ENEA: si tratta dell’attivazione di dottorati di ricerca per sviluppare un catalizzatore a base di metallo prezioso in grado di catturare CO2dall’atmosfera, per farla diventare metano di provenienza rinnovabile e quindi non fossile. Una scommessa per il futuro.
IL CONTRIBUTO AL RECUPERO DELLE BATTERIE
BASF sta investendo moltissimo a livello globale sui materiali necessari alla produzione di batterie al Litio, una tecnologia fondamentale per la decarbonizzazione della nostra società. Ciò di cui si parla di meno è però ciò che riguarda il recupero delle batterie stesse, per potere riciclare i materiali in esse contenuti e rendere l’intero ciclo veramente sostenibile. Anche su questo fronte tecnologico BASF è all’avanguardia: lo stabilimento di Roma contribuisce in quanto in grado di effettuare nei propri laboratori le complicatissime analisi chimiche necessarie per identificare con precisione il contenuto chimico delle batterie, che verranno riciclate negli impianti europei del Gruppo.
Tratta da
"Le Imprese del Lazio alla sfida della Transizione Verde"
A cura di Unindustria