"Chiediamo chiarezza per le oltre 8.700 strutture ambulatoriali private presenti sul territorio nazionale e certezze per il futuro". Così ha esordito Luca Marino, Vicepresidente della Sezione Sanità di Unindustria, dal palco della manifestazione promossa da Uap - Unione nazionale Ambulatori, Poliambulatori, Enti e Ospedalità privata presso il Teatro Brancaccio di Roma.
"Il nostro Sistema sanitario nazionale, fondato su un equilibrio tra strutture pubbliche e private, è da sempre riconosciuto come uno dei più efficienti a livello internazionale, con un impiego ottimale delle risorse", spiega Marino. "Tuttavia, oggi assistiamo a una rimessa in discussione di questo equilibrio, proprio mentre il Parlamento esamina il disegno di legge sulle liste d'attesa e sulle farmacie dei servizi: due provvedimenti che possono decidere le sorti del futuro della sanità".
"Sempre più persone rinunciano a curarsi per difficoltà di accesso ai servizi e si registra una profonda disomogeneità fra le regioni nell'erogazione dei Livelli essenziali di assistenza (Lea), a discapito della prevenzione. I dati della quarta edizione dell’Outlook Salute Italia pubblicato da Deloitte, parlano chiaro: la sanità privata ha performance giudicate positive dai cittadini, con un voto pari a 7, rispetto al 6,3 della sanità pubblica. Tuttavia, le strutture private accreditate e no, fondamentali nel ridurre le liste d’attesa, rimangono sotto-utilizzate a causa di budget bloccati da oltre 10 anni. Con un minimo sforzo economico da parte del Governo, si potrebbe aumentare immediatamente l’offerta di prestazioni e servizi, senza bisogno di nuovi interventi normativi, anche perché le norme esistenti permettono già l’apertura di nuovi centri privati accreditati che rispettino i requisiti di qualità e professionalità".
"Lo spettro dell'entrata in vigore del nuovo nomenclatore dal 1° gennaio 2025 è ancora vivo. Nonostante le rassicurazioni del Governo non c'è ancora stato un vero confronto sul tema e si rischia una situazione di stallo con un nuovo tariffario impraticabile per le strutture costrette a non erogare prestazioni essenziali. In un contesto in cui i costi continuano a crescere, questo provvedimento metterebbe a rischio la sostenibilità delle strutture che per anni hanno contribuito al successo del nostro sistema sanitario".
"A tutto ciò si aggiunge la proposta di affidare alle farmacie esami diagnostici senza le stesse garanzie offerte dai laboratori privati, accreditati e non. Circa il 70% delle decisioni diagnostiche è basata su un dato di laboratorio: affidare l'esecuzione di test alle farmacie significherebbe sottovalutare la complessità di queste operazioni. Se le farmacie vogliono ampliare la loro attività e aprire centri diagnostici, devono soddisfare i requisiti previsti dalla legge vigente", chiarisce il vicepresidente di Unindustria.
“Chiediamo che si corregga il progetto delle farmacie dei servizi e che si sospenda l’introduzione del nuovo nomenclatore, concentrando invece energie e risorse per aggiornare l’attuale tariffario in modo coerente con l’evoluzione tecnologica e l’aumento delle richieste, al fine di rispondere adeguatamente ai bisogni di salute dei cittadini", conclude.