Frosinone, prima provincia del Lazio per incidenza dell’industria sul valore aggiunto (22%). Quarta provincia in Italia per export di prodotti farmaceutici (9% del totale Italia). Fiuggi secondo centro alberghiero del Lazio dopo Roma. Secondo polo in Italia per la produzione di carta, dopo Lucca. “Questi i numeri relativi all’economia della provincia di Frosinone, che ci permettono, nonostante le oggettive difficoltà del momento, di essere la prima provincia manifatturiera del Lazio”.
Lo afferma il Presidente di Unindustria Frosinone Corrado Savoriti, che aggiunge:
“La vocazione manifatturiera di Frosinone, dimostrata dai numeri e dalle importanti specializzazioni che esprime, sta però affrontando un periodo di profonda trasformazione che richiama ad uno sforzo notevole di rivisitazione e ripensamento di processi e prodotti che oggi, se non rinnovati, rischiano di spegnersi e perdere quei livelli di competitività che hanno portato questa provincia ad ottenere dei bei record tra le classifiche dei tessuti manifatturieri d’Italia. Il territorio e tutti gli attori devono lavorare su questo, ovvero sulla necessità di favorire il processo di innovazione tale da permettere questi cambiamenti, insistendo sulle competenze e sul know how acquisito e costruendo basi solide per un necessario processo di innovazione. Quello che vorremmo immaginare è un grande laboratorio dell’innovazione per la Provincia di Frosinone, che possa non solo trainare il percorso di riconversione delle aziende presenti, ma essere anche attrattivo per nuovi insediamenti”.
Ma come supportare questa vocazione manifatturiera?
“E’ necessario pensare ad un salto di qualità decisivo per le aree industriali, con la valorizzazione e lo sviluppo delle stesse con il supporto degli Enti Locali e del Consorzio Industriale. Immaginare azioni e progetti per l’ammodernamento delle aree industriali, la loro dotazione in termini di infrastrutture e di accessibilità, sostenendo il rilancio operativo e strategico del Consorzio Industriale del Lazio. Per questo abbiamo lanciato un Piano Industriale, una piattaforma di proposte per far crescere e investire le imprese, migliorare l’attrattività e competitività del territorio e spingere ancora l’export attraverso un giusto mix tra manifattura e servizi avanzati, perché quanto più è equilibrato il rapporto tra industria, servizi e capitale della conoscenza, tanto più l’innovazione genera valore e occupazione di qualità. Il Piano Industriale contiene ovviamente le principali istanze del nostro Territorio”.
Stazione Tav in provincia di Frosinone. Se ne parla sempre più spesso, perché servirebbe?
“Unindustria sta sostenendo a tutti i livelli la realizzazione di questa importante infrastruttura che rappresenterebbe un’opera di bacino in grado di far coadiuvare il traffico su treno di tutto il quadrilatero della manifattura del Basso Lazio, con sistemi di raccordo viari con la Provincia di Latina e la zona industriale a Sud di Roma. Consideriamo, infatti, che a nord c'è Colleferro e il sud di Roma, a sud Cassino, a ovest Latina, a est la valle del Liri e l’Abruzzo; pertanto, bisogna lavorare per infrastrutture che la supportano. Crediamo che quest’opera sia ormai fondamentale, e per questo invitiamo tutti gli attori del territorio ad una forte azione di responsabilità che possa mettere da parte ogni forma di campanilismo per il bene e lo sviluppo del territorio”.
Un territorio che continua a perdere popolazione, con molti giovani che studiano e poi cercano lavoro fuori, come trattenerli?
“Il tasso di permanenza dei giovani nella Provincia di Frosinone si sta purtroppo assottigliando, così come la capacità del territorio di risultare attrattivo. Serve pensare ad un progetto per i giovani che garantisca opportunità a chi vuole restare nel territorio, che ristabilisca un sano sentimento di appartenenza ad un luogo sul quale evidentemente oggi i giovani credono poco, cercando altrove le loro prospettive di futuro. La politica giovanile deve essere la sfida più importante per il territorio, la crescita di un sistema territoriale che possa tornare ad essere visto come alternativa ad altri sistemi del nord o del sud del Paese. Particolarmente importante risulta il ruolo dell’Università come punto di collegamento tra la formazione ed il mondo del lavoro, così come si dovrebbe puntare allo sviluppo e alla diffusione degli ITS nati proprio con l’obiettivo di formare personale qualificato che le aziende fanno fatica a reperire. Il nostro ITS Meccatronico, sul quale gli imprenditori hanno investito e creduto è il nostro modello in tal senso. Una modalità diretta di collaborazione impresa-società che porta valore aggiunto all’industria del territorio e allo stesso tempo offre lavoro di qualità per i nostri giovani”.