Adempimento collaborativo. Gli eventi sul territorio
Il Sole 24 Ore con Confindustria e Deloitte, ha organizzato un convegno itinerante, a partecipazione gratuita, dedicato all’istituto dell’adempimento collaborativo (disciplinato dagli articoli 3 – 7-bis del D. Lgs. 5 agosto 2015, n. 128, come modificato dal D. Lgs. 30 dicembre 2023, n. 221 e dal D. Lgs. 5 agosto 2024, n. 108), con la finalità di illustrarne gli aspetti fondamentali e le potenzialità, alla luce delle modifiche apportate in attuazione della Legge delega per la riforma fiscale, Legge 9 agosto 2023, n. 111.
Sono state previste diverse tappe del roadshow in modo da garantire una copertura adeguata del convegno in tutto il territorio nazionale.
Confindustria ha favorito l’incontro e la relazione tra gli organizzatori e le Associazioni territoriali coinvolte, oltre a prendere parte agli eventi con propri relatori; infatti, ogni evento è ospitato da un’associazione territoriale del Sistema, è moderato da un giornalista de Il Sole 24 Ore e vede la partecipazione in qualità di relatori di: un esponente dell’Area Politiche Fiscali di Confindustria, alcuni professionisti di Deloitte, uno o più esponenti di imprese associate e, in taluni casi, rappresentanti dell’Amministrazione finanziaria.
Nel corso degli eventi svoltisi sino a oggi è stata registrata una partecipazione attiva e numerosa da parte di imprese e professionisti.
Si tratta di occasioni rilevanti per sensibilizzare gli operatori in merito agli importanti effetti premiali che discendono dall’istituto dell’adempimento collaborativo, specie a seguito delle
ultime modifiche normative, nonché per informare sull’attività che Confindustria ha posto in essere sin dall’inizio per il suo miglioramento, ottenendo importanti risultati.
In particolare, sono state previste le seguenti tappe:
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16 ottobre, Roma, Unindustria (https://24oreworkshop.ilsole24ore.com/il-regime-di-adempimento-collaborativo-e-ladozione-del-tcf-roma/#programma);
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17 ottobre, Bologna (https://24oreworkshop.ilsole24ore.com/il-regime-di-adempimento-collaborativo-e-ladozione-del-tcf-bologna/);
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29 ottobre Corato (BA) (https://24oreworkshop.ilsole24ore.com/il-regime-di-adempimento-collaborativo-e-ladozione-del-tcf-bari/);
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7 novembre, Venezia Marghera (https://24oreworkshop.ilsole24ore.com/il-regime-di-adempimento-collaborativo-e-ladozione-del-tcf-mestre/);
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13 novembre, Milano (https://24oreworkshop.ilsole24ore.com/il-regime-di-adempimento-collaborativo-e-ladozione-del-tcf-milano/);
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14 novembre, Torino (https://24oreworkshop.ilsole24ore.com/il-regime-di-adempimento-collaborativo-e-ladozione-del-tcf-torino/);
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20 novembre, Gallarate (VA) (https://24oreworkshop.ilsole24ore.com/il-regime-di-adempimento-collaborativo-e-ladozione-del-tcf-varese/);
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26 novembre, Napoli (https://24oreworkshop.ilsole24ore.com/il-regime-di-adempimento-collaborativo-e-ladozione-del-tcf-napoli/);
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27 novembre, Firenze (https://24oreworkshop.ilsole24ore.com/il-regime-di-adempimento-collaborativo-e-ladozione-del-tcf-firenze/).
Adempimento collaborativo. Panoramica dell’istituto.
L’adempimento collaborativo è stato introdotto con il D. Lgs. n. 128/2015 e, inizialmente, era riservato soltanto alle grandissime imprese (con volume di affari o ricavi superiori a 10 miliardi di euro). Sin dagli albori dell’istituto, Confindustria ha accompagnato le imprese nel percorso di analisi delle sue potenzialità, facendosi promotrice anche di proposte di correttivo, successivamente adottate dal Legislatore.
La chiave del regime consiste nella condivisione e nell’esame preventivo di quelle situazioni suscettibili di ingenerare un significativo rischio fiscale. Il presupposto indefettibile di questa cooperazione tra contribuente e Amministrazione finanziaria è l’adozione di un sistema integrato di rilevazione, misurazione, gestione e controllo dei rischi fiscali (c.d. “Tax Control Framework”), inserito nel contesto della governance aziendale.
L’adesione a questo regime consente al contribuente di accedere a una serie di effetti premiali, in particolare in ambito sanzionatorio, ancor più accentuati a seguito delle modifiche apportate dal D. Lgs. n. 221/2023 e dal D. Lgs. n. 108/2024. Tali ultimi decreti, infatti, sono stati adottati in attuazione della Legge n. 111/2023 di delega per la riforma fiscale, che contiene importanti e dettagli criteri di intervento per una revisione dell’istituto.
Tra i primi profili di rilievo, si segnala la notevole estensione, già dal 2024, dell’ambito soggettivo; nello specifico, possono accedere al regime i contribuenti con volume di affari o ricavi non inferiori a: 750 milioni di euro dal 2024, 500 milioni di euro dal 2026 e 100 milioni di euro dal 2028. Si tratta di un cambiamento radicale per l’istituto a cui dovrà necessariamente accompagnarsi un’adeguata dotazione di risorse da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Un’altra novità riguarda la necessità che il Tax Control Framework sia certificato da professionisti con specifici requisiti che, “sostituendosi” all’Amministrazione finanziaria, verificano l’adeguatezza del modello di gestione.
L’adempimento collaborativo è caratterizzato, inoltre, dalla sussistenza di impegni e doveri reciproci dei contribuenti (come, ad es., l’istituzione di un Tax Control Framework adeguato e certificato e la comunicazione tempestiva ed esauriente all’Agenzia delle Entrate dei rischi fiscali) e dell’Amministrazione finanziaria (come, ad es., la valutazione trasparente, oggettiva e rispettosa dei principi di ragionevolezza e di proporzionalità del Tax Control Framework e la promozione di relazioni con il contribuente improntate a principi di trasparenza, collaborazione e correttezza) declinati in dettaglio in un apposito codice di condotta, pubblicato con il Decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze del 29 aprile 2024.
Tra i diversi effetti premiali, occorre evidenziare il rafforzamento del contraddittorio preventivo ed endoprocedimentale, per cui, ad esempio, l’Agenzia delle Entrate si impegna a comunicare in anticipo al contribuente anche eventuali risposte negative a istanze di interpello.
La vera novità, tuttavia, riguarda l’esclusione delle sanzioni amministrative, al di fuori dei casi di violazioni fiscali caratterizzate da condotte simulatorie o fraudolente, per i soggetti che aderiscono al regime e che, prima della presentazione delle dichiarazioni fiscali o delle relative scadenze, comunichino all’Agenzia delle Entrate i rischi fiscali.
Anche in ambito penale – come richiesto da anni da Confindustria – è stata prevista la depenalizzazione del reato di dichiarazione infedele per le violazioni di norme tributarie dipendenti da rischi fiscali comunicati preventivamente.
Altri effetti riguardano la riduzione dei termini ordinari per l’accertamento e la possibilità di chiedere rimborsi di imposte senza dover prestare garanzie.
Un ultimo aspetto da evidenziare riguarda i soggetti che, pur non rispettando i requisiti dimensionali richiesti, si dotino volontariamente di un Tax Control Framework con le medesime caratteristiche sopra illustrate. In tal caso, previa opzione biennale, tali soggetti possono beneficiare dell’esclusione delle sanzioni amministrative e di una causa di non punibilità per il reato di dichiarazione infedele con riferimento ai rischi fiscali che siano stati preventivamente comunicati all’Agenzia delle Entrate mediante istanza di interpello.
Come può evincersi dalle numerose novità positive, l’adempimento collaborativo oggi ha una nuova veste che si lega anche al tema della certezza del diritto. La possibilità di avere un confronto continuo e preventivo con l’Amministrazione finanziaria non può che essere accolto positivamente, anche nella prospettiva di attrarre investimenti esteri in Italia.
L’adeguata attuazione dell’istituto, tuttavia, passa attraverso un cambiamento culturale che deve riguardare tanto i contribuenti quanto l’Amministrazione finanziaria, la cui azione repressiva deve tradursi in dialogo collaborativo (anche laddove vi sia una visione contrapposta tra i due attori in merito a una determinata fattispecie).
Infine, mancano ancora importanti provvedimenti attuativi, necessari perché l’adempimento collaborativo, nella sua nuova veste, sia operativo. È fondamentale che le che le imprese che siano già pronte vengano messe in grado accedere all’istituto già dal 2024.