L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, ISPRA, ha pubblicato i dati aggiornati al 2023 per quanto riguarda le emissioni di gas serra in Italia e i dati aggiornati al 2024 sulla disponibilità complessiva di risorsa idrica.
Nell’ultima edizione dell’ “Inventario nazionale delle emissioni dei gas serra”, l'ISPRA ha comunicato che nel 2023 le emissioni nazionali sono diminuite del 26% rispetto ai livelli del 1990. Questa riduzione è attribuibile all’incremento dell’efficienza energetica da fonti rinnovabili nei settori industriali e al passaggio all’uso di combustibili a minor contenuto di carbonio. Rispetto al 2022, le emissioni hanno registrato un ulteriore calo del 6,8%, raggiungendo un totale pari a 385 milioni di tonnellate di CO2 equivalente. Il settore dei trasporti (28% del totale nazionale), i settori della produzione di energia (21%), residenziale (18%) e dell’industria manufatturiera (13%) sono, nel periodo di riferimento, quelli che contribuiscono ad oltre la metà delle emissioni nazionali di gas climalteranti.
Per quanto riguarda la risorsa idrica, nel 2024 la disponibilità complessiva in Italia è stata stimata in 158 miliardi di metri cubi, registrando un incremento del 14% rispetto al valore medio annuo di 138 miliardi di metri cubi. Questo aumento è dovuto principalmente alle abbondanti precipitazioni che hanno interessato il Nord del Paese. Tuttavia, permane, a livello nazionale, un trend decrescente, dal 1951 a oggi, della disponibilità annua di risorsa idrica.
Secondo l’analisi condotta da ISPRA rispetto ai dati contenuti nel Rapporto sulle acque europee dell’EEA 2024, inoltre, emerge che le risorse idriche dell’Europa continuano a subire forti pressioni, rallentando i progressi rispetto al precedente ciclo di pianificazione previsto dalla Direttiva Quadro Acque. Nel 2021, solo il 37% dei corpi idrici superficiali europei ha raggiunto uno stato ecologico buono o elevato, mentre il 29% ha ottenuto uno stato chimico buono.