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Interviste ed Editoriali - 14/04/2025

Attrattività e sviluppo. I piani e le sfide per superare la crisi

Il Presidente Vittorio Celletti di Unindustria Cassino illustra le opportunità del territorio: analisi sull'automotive, tempi maturi e auspicabili per un altro costruttore


L'attrattività del territorio, le connessioni tra enti per risollevare le sorti di un'area in affanno, i progetti in essere, i programmi, le sfide e la volontà di risollevare le sorti dei settori in crisi, le potenzialità esistenti nelle parole del presidente di Unindustria dell'area comprensoriale di Cassino, Vittorio Celletti in una intervista rilasciata al quotidiano "Ciociaria Oggi".

«Non si può prescindere dall' introdurre quello che è il piano industriale del Lazio, che nasce da uno studio e da un lavoro portato a termine da Unindustria condiviso dalla Regione Lazio. Nasce per diffondere una consapevolezza di quelli che sono i problemi comuni alla crescita, ma soprattutto anche per condividere i processi di miglioramento, come contribuire anche nell'esecuzione perché altrimenti si parla ma non c'è un agito».

Una road map con criteri pratici e misurabili ma anche aggiornabili in funzione di quelli che sono gli obiettivi. «Questo piano si divide in tré principali pilastri che sono l'analisi da cui siamo partiti, gli attivatori e i kpi. Nell'analisi è venuta fuori un'economia debole del Lazio che nonostante le sue potenzialità e nonostante a livello di Pil nazionale ètra le prime regioni, negli ultimi 20 anni ha perso un terzo del valore aggiunto, quindi non abbiamo creato valore e abbiamo perso qualcosa come 5 miliardi, che ovviamente si traducono anche in una crescita occupazionale non adeguata a quelli che erano gli attesi. Qual è invece l'elemento positivo di questa regione? C'è un grosso contenuto tecnologico, innovativo e di competenze, quindi questo deve essere messo al servizio per sviluppare il futuro».

E nel territorio? È composto soprattutto di micro imprese, «e l'altro obiettivo è quello di far crescere queste piccole e medie imprese senza trascurare il fatto che il Lazio è una delle prime regioni con presenza di multinazionali, una risorsa fondamentale. Ma un altro canone fondamentale per l'area territoriale è l'attrattività, con l'ausilio delle risorse necessarie per !o sviluppo e le nuove competenze».

Come territorio c'è anche «un discorso infrastrutturale, perché è anche nostro compito guidare non solo il mantenimento di alcuni stati attuali e portarli verso situazioni decisamente positive ma anche di cominciare a guidare una crescita futura» e poi «quello che noi ascoltiamo oggi in termini di crisi, in quota parte è anche frutto di scelte non effettuate nel passato anche da un punto di vista infrastutturale».

E veniamo all'hub portuale, «abbiamo il porto di Gaeta di cui ci stiamo interessando già da tempo e stiamo cercando di portare avanti soluzioni con maggior vigore. Però bisognava partire prima». «Abbiamo la fortuna dell'università di Cassino, abbiamo bisogno anche di attrarre dei talenti ma anche di un percorso formativo diverso». In buona sostanza «non c'è più un discorso che si ferma soltanto a un titolo di laurea ma anche con dei corsi di alta formazione o dei corsi specifici».

Il tema dell'elettrificazione portato avanti dal dipartimento di Ingegneria e l'orgoglio di avere sul territorio Power4future «che non stiamo ancora alimentando con la filiera giusta», mentre con l'automobile «abbiamo negli anni alimentato una filiera che è significativa e importante ma dobbiamo sostenerla nel periodo di crisi, aiutarla ad essere altrettanto competitiva ed innovativa nel futuro». La verità è sotto gli occhi di tutti: «Questo territorio può essere attrattivo ma va messo a sistema come filiera. Abbiamo una zes molto vicina, quindi alcune aziende stanno facendo investimenti in Campania, la regione si è mossa con l'identincazione di una zona logistica speciale, oggi in mano ai Ministero».

E tornando al «porto di Gaeta, abbiamo due fronti dìversi, turistico e commerciale: il turistico merita un discorso a parte, iI commerciale lo immaginiamo perché effettivamente può essere più facile trasferire ad un costo minore le merci che arrivano dall'estero per le aziende manifatturiere, tutte perché intendo anche magari il farmaceutico come il settore dell'automotive». E ancora: «Secondo me ci sono tempi maturi ed auspicabili affinché nella provincia ci sia anche un nuovo costruttore di automobili e quindi questo deve essere un'opportunità per tutte le imprese del territorio perché su quest'area insiste una filiera e un cluster della mobilità».

Dunque «se qualcuno sceglie questo territorio sa di avere a disposizione una filiera dì componentistica di eccellenza. Ma ci sono anche novità sul cluster della mobilità che «deve però ampliarsi e con l'Università stiamo già avendo una serie di contatti proficui finalizzati ad iniziative perché qui c'è il discorso dell'elettrificazione e della guida autonoma. Sicuramente oggi dobbiamo capire come far lavorare di più le aziende, come far lavorare di più i lavoratori, però dobbiamo capire cosa possiamo fare nel tempo lungo. Quindi l'automotive come concetto di auto, di manifattura, solo di componentistica è superato. Sarà sempre di più a tema la guida autonoma e la "cyber security": le vetture saranno governate con software sia in termini di aggiornamento sia in termini di prestazioni».

Una sfida da cogliere e un centro di ricerca con l'università anche per l'automotive. E poi partendo dalle dichiarazioni fatte proprio da Stellantis a dicembre dove aveva annunciata per Cassino una piattaforma «con l'intelligenza artificiale sulla piattaforma StIaLarge, su questo cercheremo di capire chi potrà avere contatti: la regione o il ministero. Anche noi ci stiamo muovendo in maniera concreta insieme all'università su questi temi». Anche per fondare un «pilastro di attrattività, un supporto». Iniziative già in essere da tempo per creare «un ponte per arrivare a un paio d'anni, perché io non vedo un cambiamento del mercato, sicuramente non nel 2025 e almeno nella metà del 2026. I modelli che stanno per nascere sono di fatto elettrici, probabilmente diventeranno anche ibridi. Saranno sufficienti a saturare il gap produttivo e occupazionale?».

Ma il discorso della interconnessione tra enti per lo sviluppo riguarda un'area vasta «un comprensorio come quello di Frosinone, Latina e Roma Sud. Dobbiamo vedere - conclude Celletti - anche le intercornnessioni territoriali, questa deve essere anche la nostra forza».

 

In allegato l'articolo di Ciociaria Oggi.

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